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I siliconi nei cosmetici: facciamo chiarezza!

Il silicone è una sostanza dalle proprietà chimiche molto interessanti, ne conosci il loro utilizzo in cosmesi?
Tempo di lettura stimato: 6 minuti

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cosmetici siliconi

Da anni ormai i siliconi sono oggetto di discussione in ambito cosmetico, la percezione che il consumatore ha è spesso errata, ma i punti di vista sono molteplici e anche gli esperti del settore cercano di fare chiarezza sul loro utilizzo, vi è infatti un costante e acceso dibattito tra i sostenitori della cosmesi green che ne demonizzano l’impiego in qualunque formulazione e coloro che invece ne esaltano la tipica performance in termini di texture.

Bisogna ricordare che i siliconi usati in skin/hair-care, così come tutti gli ingredienti cosmetici attualmente ammessi, sono considerati sicuri proprio per definizione del Regolamento 1223/2009 che riconosce tra i suoi obiettivi primari quello di tutelare la salute del consumatore ammettendo determinate percentuali/condizioni d’uso che restringono ancora di più la libertà d’azione a livello formulativo.

Dal punto di vista chimico cosa sono i siliconi?

I siliconi rappresentano una famiglia di macromolecole estremamente varia e polivalente. Le diverse funzioni/proprietà si ottengono attraverso modifiche chimiche apportate alla struttura polimerica a partire dalla molecola di silicio mediante l’aggiunta o meno di gruppi funzionali. L’elemento di base della struttura chimica di tutti i siliconi è proprio il Silicio, ricavato dal biossido di silicio, è un elemento chimico presente in natura, per esempio nella sabbia, è il secondo più abbondante sulla terra dopo l’ossigeno ed il terzo nel corpo umano.

Sono stati i chimici Friedel e Crafts nel 1863 i primi a sintetizzare il primo composto organo-siliconico. (G. D’Agostinis, E. Mignani. Manuale del cosmetologo. II Edizione. 2014. Tecniche Nuove, Milano. p.118)

La struttura portante di tutti i siliconi è data dall’alternanza di Si-O-Si (silicio e ossigeno) arricchiti da vari gruppi funzionali, la forza di questo legame chimico influenza l’elevata stabilità chimica e termica di tali composti.

Proprietà dei siliconi

Tra le principali proprietà dei siliconi si evidenziano:

  1. stabilità alla luce, al calore e microbiologica
  2. idrofobicità
  3. assenza di colore e odore
  4. sono inerti, in quanto tali non dovrebbero generare particolari reazioni chimiche né con altre sostanze e né sulla pelle
  5. dal punto di vista tossicologico non sono definite sostanze pericolose, né irritanti né fotosensibilizzanti, non sono occlusive né comedogeniche (essendo molti di essi volatili)[4]. Si ricorda che la letteratura scientifica non riporta danni da allergie ai siliconi[5] [6].

I siliconi essendo idrofobi creano sulla pelle e sul capello una barriera protettiva idro-repellente che risulta spesso efficace nella protezione da agenti esterni quali inquinamento o agenti irritanti, inoltre impedisce l’eccesso di evaporazione dell’acqua dalla superficie cutanea (la si può definire “un’idratazione passiva”).

Sono pericolosi per la nostra pelle?

skincare

Comunque, come in tanti casi, a prescindere dalla sostanza, tutto dipende dalla frequenza d’uso che se ne fa e dalla propria pelle, attualmente non vi sono ancora in letteratura degli studi chiari sui loro reali effetti negativi sulla cute/capello.

È stato già detto che sono sostanze inerti, per cui una volta applicate sulla fibra capillare o sulla cute non creano alcun tipo di reazione con esse, ergo non vengono usati in qualità di ingredienti nutritivi o funzionali e né tanto meno curativi, ma piuttosto di supporto (tecnici), infatti il loro obiettivo è quello di rendere la texture del prodotto più morbida, “setosa”, impedire “l’effetto bianco” e aumentare la scorrevolezza in creme viso/corpo.

…e a livello formulativo?

Sono delle materie prime molto versatili nel loro utilizzo, sia per quanto riguarda la skin-feel, sia per la loro idrorepellenza e la possibilità di conferire un effetto “mat” e “gloss”, ma anche per ottenere dei solari stabili e non appiccicosi, make-up no transfer e long lasting e fornire un tocco setoso e morbido sulla pelle. Nell’hair-care sono usati come districanti, filmanti, condizionanti, in spray termoprotettori e non hanno nulla a che fare con disidratazione e crespo del capello (magari già sottoposto ad altri continui trattamenti).

“Uso o non uso i siliconi? Fanno bene o fanno male? Quali sono le alternative naturali?”

È difficile rispondere in maniera univoca e soddisfacente a queste domande prendendo in considerazione un unico punto di vista, perché nonostante vi siano alternative naturali all’utilizzo dei siliconi, che riescono a mimare in termini di performance e texture le proprietà siliconiche, comunque non arrivano a riprodurli alla perfezione, con ciò non si vuole dire che i prodotti bio (composti costituiti da minimo il 95% di ingredienti di origine naturale e non di sintesi e almeno il 5% di ingredienti certificati bio) siano meno efficaci o viceversa, un’affermazione del genere non sarebbe possibile in quanto va ricordato che la qualità di una formulazione va sempre valutata sulla totalità e la sinergia degli ingredienti al suo interno, da dove essi provengono e come vengono ottenuti (si ricorda inoltre che naturale non è sinonimo di innocuo, anzi a volte sono i primi composti a creare sensibilizzazioni e allergie).

Alternative green ai siliconi in cosmesi

Tra le alternative naturali ai siliconi si citano l’hemisqualane, lo squalane, derivati dall’olio di oliva[8], l’olio di Babassu (considerato l’alternativa naturale al dimeticone), l’isoamyl laurate (che garantisce un effetto vellutato simile al silicone) e tanti altri. Tutti certamente sicuri, rispettosi della cute ma con una resa lievemente minore rispetto al silicone.

Qual è il loro impatto sull’ ambiente?

In linea di massima non sono biodegradabili, per cui non si possono definire proprio ecosostenibili, anche se in realtà a livello cosmetico e in ogni altro settore industriale sono pochi gli ingredienti davvero biodegradabili al 100%. In nessun caso, infatti, qualora si disperda una sostanza nell’ambiente, si assicura che essa non avrà alcun impatto sulla natura, sugli animali e sull’uomo nel corso degli anni, dipende anche dalle percentuali d’uso ammesse, dalla catena di fornitura e dalla via di smaltimento delle stesse.

Tuttavia… Cosa dicono le autorità?

I più “aggrediti” dalle normative per il loro impatto a livello ambientale sono i cyclosiloxanes: D4 (octamethylcyclotetrasiloxane), D5 (Decamethylcyclopentasiloxane) e D6 (Dodecamethylcyclohexasiloxane), identificati dal comitato degli Stati membri dell’ECHA (European Chemical Agency) come sostanze SVHC (sostanze estremamente preoccupanti) con proprietà PBT (persistenti, bioaccumulabili e tossiche) / vPvB (molto persistenti e molto bioaccumulabili). Le sostanze PBT / vPvB generano preoccupazioni in base al loro potenziale di accumulo nell’ambiente e causano effetti che sono imprevedibili a lungo termine.

Quali sono le normative?

Da un punto di vista regolatorio, quindi, la Commissione Europea ha deciso di limitare la concentrazione d’uso di questi siliconi (non di vietare), normativa che modifica l’allegato XVII del REACH (un regolamento UE), alla quale tutte le aziende cosmetiche si dovranno attenere. Questa decisione è stata presa per preservare l’ecosistema acquatico.

Infatti, dal 31 gennaio 2020 è vietata l’immissione sul mercato di prodotti cosmetici “wash-off” (destinati ad essere risciacquati con acqua dopo l’applicazione) che contengano quantità pari o superiori allo 0.1% in peso di D4 o di D5. Inoltre, in seguito ad ulteriori approfondimenti, una volta pubblicato in Gazzetta Ufficiale il regolamento prevederebbe entro 5 anni anche un divieto di immissione sul mercato di prodotti cosmetici leave-on (non a risciacquo) contenenti una quantità pari o superiore allo 0.1% in peso di D4, D5, D6.

La restrizione introdotta dall’ECHA riguarda gli aspetti ambientali, perché per quanto riguarda quelli tossicologici se ne occupa per l’UE il SCCS (Scientific Committee on Consumer Safety) che più volte ha analizzato per esempio il D5 dichiarando che lo stesso non presenta rischi per la salute, introducendo un po’ di paletti nell’utilizzo. Situazione diversa per il D4 che seppur considerato sicuro, è sospettato tossico per la fertilità.

Quindi cosa succederà? Oggettivamente come può scegliere il consumatore?

Le industrie cosmetiche probabilmente abbandoneranno questi tre tipi di siliconi poiché per adempiere alla loro funzione dovrebbero essere presenti in quantità superiori in prodotti cosmetici a risciacquo.

Inoltre, nella scelta di un cosmetico piuttosto che di un altro, non si deve considerare nociva l’intera classe di siliconi ma valutarne l’utilizzo a seconda di quelli che sono effettivamente i dati, fare una scelta ponderata e oggettiva e, perché no, anche in base a performance e sensorialità che li caratterizzano nel settore beauty!


[3] G. D’Agostinis, E. Mignani. Manuale del cosmetologo. II Edizione. 2014. Tecniche Nuove, Milano. p.118

[4] The Journal of Clinical and Aesthetic Dermatology , maggio 2014, pagine 36-44

[5] G. D’Agostinis, E. Mignani. Manuale del cosmetologo. II Edizione. 2014. Tecniche Nuove, Milano. p.117

[6] International Journal of Toxicology, dicembre 2017, ePublication

[8] Schede tecniche materie prime azienda EFP Biotek

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4 min – Ti è capitato di guardare in tv una pubblicità di un farmaco? Se la risposta è affermativa, avrai sicuramente ascoltato una voce che recita “è un medicinale a base di xxx che può avere effetti indesiderati anche gravi. Leggere attentamente il foglio illustrativo…”. Questo è solo un esempio dei diversi obblighi previsti per le comunicazioni dei medicinali presso il pubblico. In Italia, infatti, la pubblicità dei medicinali può essere diffusa tenendo conto delle disposizioni del Decreto legislativo 219 del 2006 e delle diverse linee guida emanate ed aggiornate costantemente dalle autorità competenti. Queste righe ti aiuteranno a comprendere la pubblicità dei farmaci diretta ai cittadini.