La pubblicità dei farmaci è un argomento complesso e di grande importanza, che coinvolge non solo il mondo della sanità, ma anche quello dell’industria farmaceutica e dei media. La pubblicità dei farmaci ha l’obiettivo di promuovere i prodotti farmaceutici e di informare i consumatori sulle loro caratteristiche e sui loro benefici. Tuttavia, la pubblicità dei farmaci è anche una fonte di preoccupazione per molti esperti, che temono che essa possa influire negativamente sulla salute dei pazienti.
Il fenomeno della pubblicità dei farmaci ha assunto una rilevanza sempre maggiore negli ultimi anni, grazie all’espansione dei mezzi di comunicazione e alla diffusione di internet. Oggi, le campagne pubblicitarie dei farmaci si possono trovare ovunque: sui giornali, in televisione, su internet, sui social network e persino sui mezzi pubblici. Tuttavia, non tutte le pubblicità dei farmaci sono uguali: alcune di esse sono ammesse solo in determinati contesti e sotto certe condizioni, mentre altre sono completamente proibite.
Le regole che disciplinano la pubblicità dei farmaci sono molto rigorose e sono finalizzate a proteggere la salute dei pazienti. In particolare, la pubblicità dei farmaci deve essere corretta, equilibrata e veritiera, e non deve indurre il consumatore a fare scelte sbagliate o pericolose per la propria salute. Inoltre, la pubblicità dei farmaci deve essere approvata da autorità sanitarie competenti, che ne valutano la conformità alle normative vigenti.

Che tipo di farmaco?
La prima necessaria distinzione riguarda la platea che visualizza o ascolta il messaggio pubblicitario. Infatti, per tutti i farmaci che devono essere prescritti dal medico e acquistati solo dietro presentazione di ricetta medica non è possibile effettuare pubblicità rivolta al consumatore. Quindi, solo i farmaci OTC (“over the counter” – farmaci da banco) e SOP (“senza obbligo di prescrizione”) possono essere oggetto di pubblicità sanitaria al pubblico.
Invece, tutti i farmaci che necessitano di prescrizione medica possono essere pubblicizzati al personale sanitario e la comunicazione commerciale viene definita come “Informazione Medico-Scientifica”.
Pubblicità al pubblico
Contenuto minimo
La pubblicità dei farmaci presso il pubblico deve essere realizzata in modo che la natura pubblicitaria del messaggio sia evidente e che il prodotto sia chiaramente identificato come medicinale e quindi deve riportare:
- la denominazione del medicinale e la denominazione comune della sostanza attiva; l’indicazione di quest’ultima non è obbligatoria se il medicinale è costituito da più sostanze attive;
- le informazioni indispensabili per un uso corretto del medicinale;
- un invito esplicito e chiaro a leggere attentamente le avvertenze figuranti, a seconda dei casi, nel foglio illustrativo o sull’imballaggio esterno;
- nella pubblicità scritta l’invito deve risultare facilmente leggibile dal normale punto d’osservazione, con caratteri di dimensioni non inferiori al corpo nove.
Cosa non è ammesso
- far apparire superflui la consultazione di un medico o un eventuale intervento chirurgico;
- indurre a ritenere l’efficacia del medicinale priva di effetti indesiderati o superiore o pari ad un altro trattamento o ad un altro medicinale;
- far intendere che il medicinale possa migliorare il normale stato di buona salute del soggetto e che il mancato uso del medicinale possa avere effetti pregiudizievoli sul normale stato di buona salute del soggetto, ad esclusione delle campagne di vaccinazione
- rivolgersi esclusivamente o prevalentemente ai bambini;
- comprendere una raccomandazione di scienziati, di operatori sanitari o di persone largamente note al pubblico;
- assimilare il medicinale ad un prodotto alimentare, ad un prodotto cosmetico o ad un altro prodotto di consumo;
- indicare che la sicurezza o l’efficacia del medicinale sia dovuta al fatto che si tratta di una sostanza «naturale»;
- indurre ad una errata autodiagnosi;
- far riferimento in modo improprio, impressionante o ingannevole a attestazioni di guarigione;
- contenere, in modo improprio, impressionante o ingannevole, rappresentazioni visive delle alterazioni del corpo umano dovute a malattie o a lesioni, oppure dell’azione di un medicinale sul corpo umano o su una sua parte.
- contenere messaggi e il cui intento pubblicitario è occultato dalla ridondanza di altre informazioni.
Social network
Il messaggio pubblicitario deve rivestire il carattere di staticità, nel senso che non può essere modificato né dall’Azienda titolare del prodotto pubblicizzato, né da altri soggetti.
Per questo motivo, quando vedrete un video o una storia sui social, non sarà possibile interagire con il contenuto (es. mettere like/commentare). Tuttavia è possibile reindirizzare l’utente verso il sito internet di prodotto esterno alla piattaforma, se autorizzato dal Ministero della Salute. Se l’azienda intende pubblicizzare su Youtube, deve impostare l’immagine statica dei video (Thumbnail) con la rappresentazione grafica del prodotto e/o la rappresentazione del bollino di riconoscimento per i medicinali non soggetti a ricetta medica.
Sono consentiti, inoltre, i video autorizzati in modalità “Pre-roll”, ovvero quei video che appaiono prima dell’avvio del contenuto ricercato dall’utente.
Il ruolo del Ministero della salute
Il processo di autorizzazione della pubblicità sanitaria presso il pubblico è gestito dal Ministero della Salute. Il processo di autorizzazione della pubblicità sanitaria presso il pubblico prevede l’invio da parte delle aziende farmaceutiche di una richiesta al Ministero della Salute, che contiene tutte le informazioni necessarie sulla promozione del prodotto.
Cosa presentare
La domanda di autorizzazione deve essere presentata utilizzando l’apposito modulo, accompagnata dalla copia del provvedimento di Autorizzazione all’Immissione in Commercio e degli stampati che accompagnano il medicinale, con l’aggiunta di alcune informazioni e allegati specifici.
Costo
€ 382,80 per ciascun testo, per ciascun prodotto e per ciascun mezzo di diffusione. Esempio: 1 testo pubblicitario relativo ad 1 prodotto da diffondere tramite 1 mezzo di diffusione = tariffa euro 382,80. Inoltre va aggiunto il costo di 2 marche da 16,00 € per i messaggi e una da 16,00€ da per la domanda.
Quanto tempo ci vuole
La valutazione può impiegare al massimo 45 giorni dalla data di accettazione della domanda da parte del Ministero oppure dalla data di ricezione nel caso di documentazione trasmessa via PEC. Superati i 45 giorni la domanda può essere considerata valida ed autorizzata.
Altri dettagli utili
È importante sottolineare che la pubblicità non è permessa per tutti i farmaci. In Italia, solo i farmaci che sono stati autorizzati dalle autorità sanitarie possono essere pubblicizzati. Inoltre, ci sono alcune categorie di farmaci, come i farmaci per la depressione, la schizofrenia e altre patologie psichiatriche, che non possono essere pubblicizzati.
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