INFARMATI

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La melatonina è un ormone conosciuto principalmente per la sua efficacia nell’insonnia lieve o moderata. Presenta inoltre numerose proprietà come agente antiossidante, antinfiammatorio ed antitumorale.
Il suo impiego negli ultimi anni è notevolmente aumentato poiché non dà dipendenza e presenta pochi effetti collaterali. Attraverso quali meccanismi la melatonina aiuta a dormire meglio e perché è considerata l’orologio biologico del nostro organismo? Quali sono le possibili reazioni avverse e le interazioni farmacologiche?

Cos’è la melatonina?

La melatonina è un ormone secreto nella ghiandola pineale a partire dall’amminoacido triptofano. La sua secrezione avviene quasi esclusivamente durante l’orario notturno, con un picco massimo attorno alle 3-4 del mattino. I livelli di melatonina variano nel corso della vita: la produzione è massima attorno ai 3-6 anni di età e diminuisce progressivamente durante l’età adulta. Proprio per questo motivo i soggetti anziani tendono a dormire molto di meno rispetto ad una persona giovane!
Quando la luce visibile è a basse lunghezze d’onda, l’informazione viene trasmessa al nostro organismo a livello del nucleo soprachiasmatico, presente nell’ipotalamo. Ciò comporta un aumento degli enzimi responsabili della conversione del triptofano in melatonina.

Un vero e proprio orologio biologico per il nostro organismo

Clessidra

È quindi l’assenza di luce a dare al nostro organismo l’input per la produzione della melatonina. La sua presenza comunica al nostro corpo di essere nel ciclo notturno, agendo così da vero e proprio orologio biologico. Questo permette di stabilizzare i ritmi circadiani come, ad esempio, la regolazione della pressione arteriosa e della risposta immunitaria.
La melatonina contribuisce all’abbassamento della temperatura corporea, facilitando così la sonnolenza. È in grado, inoltre, di oltrepassare la placenta e si ritiene che abbia effetto cronobiotico (ossia in grado di regolare i ritmi sonno-veglia) nel feto.

Quali sono le principali proprietà?

La melatonina è anche un potente agente antiossidante, in grado di contrastare la produzione di radicali liberi. Livelli più bassi di melatonina potrebbero quindi essere correlati a condizioni di stress ossidativo, tipiche soprattutto dell’età anziana. Ciò potrebbe favorire l’insorgenza di patologie cardiovascolari, neurodegenerative (come il morbo di Parkinson ed il morbo di Alzheimer) ed il deterioramento della pelle.
La melatonina esercita inoltre un effetto antitumorale. Contribuisce ad inibire la proliferazione delle cellule tumorali ed è in grado di rallentare la progressione delle metastasi. I suoi livelli sono bassi negli individui affetti da carcinoma prostatico avanzato e da tumore al seno estrogeno-dipendente.

Possibili effetti sul COVID-19

Alcuni studi indicano un possibile effetto coadiuvante della melatonina nel trattamento del COVID-19. Questo ormone possiede infatti proprietà antiossidanti ed immunomodulatorie. Ciò aiuterebbe a contrastare lo stato iper-infiammatorio tipico del decorso più grave dell’infezione provocata dal virus SARS-CoV-2. La melatonina è in grado di stimolare sia la proliferazione che la maturazione dei leucociti. Inoltre, occorre considerare che una bassa qualità del sonno è associata ad un abbassamento delle difese immunitarie. La melatonina, regolando il ciclo sonno-veglia, può quindi esercitare un’azione protettiva per il nostro organismo.

Efficacia nel trattamento dell’insonnia

insonnia

Si definisce insonnia una condizione patologica legata alla difficoltà di prendere sonno oppure mantenerlo. Un sonno inadeguato può contribuire ad acuire determinate condizioni patologiche, quali il diabete, la depressione o l’obesità. Gli effetti di un mancato riposo possono ripercuotersi nei giorni successivi, provocando ad esempio perdita di memoria e difficoltà di apprendimento.
Esistono numerosi farmaci in grado di ridurre l’insonnia, come i barbiturici, gli ansiolitici e gli antidepressivi. Sebbene siano molto efficaci comportano però numerosi effetti collaterali. Per questo motivo per il trattamento di un’insonnia lieve o moderata può risultare valido l’impiego della melatonina per via orale. Il vantaggio è rappresentato dalla capacità di non innescare meccanismi di tolleranza o dipendenza. È quindi efficace in quanto migliora la qualità e la quantità del sonno, ripristinando il corretto ritmo sonno-veglia.

Altri impieghi nel trattamento dei disturbi del sonno

La melatonina è inoltre utile nel trattamento degli sleep-breathing disorders, ossia i disturbi del respiro correlati al sonno. Nel 2007 il dosaggio da 2 mg , presente nel farmaco Circadin®, è stato approvato dall’EMA (European Medicines Agency) per il trattamento a breve termine dell’insonnia primaria in pazienti di età superiore o uguale a 55 anni. Nel 2019 le formulazioni a rilascio immediato con dosaggio pari a 3 mg sono state approvate per il trattamento a breve termine del jet-lag negli adulti.

Classificazione dal punto di vista regolatorio

La melatonina è presente nella pratica clinica da circa vent’anni e la sua dispensazione dal punto di vista regolatorio cambia da paese a paese. Negli Stati Uniti è classificata come integratore alimentare, mentre in Italia formulazioni con un dosaggio superiore o uguale a 1 mg richiedono ricetta medica ripetibile. In altri paesi, come Danimarca e Regno Unito invece può essere venduta solo ed esclusivamente dietro presentazione di ricetta medica. Come integratore alimentare in Europa sono approvati i seguenti claim nutrizionali:

  • “Contribuisce a ridurre il tempo richiesto ad addormentarsi”, quando assunta in dosi non inferiori a 1 mg poco prima di prendere sonno
  • “Contribuisce ad allieviere i sintomi del jet lag”, quando assunta in dosi maggiori o uguali a 0,5 mg a partire dal primo giorno di viaggio

Interazioni farmacologiche

Farmaci

Il fumo di sigaretta e gli idrocarburi policiclici aromatici da esso prodotti aumentano il metabolismo della melatonina, prolungandone quindi l’effetto. Il metoxalene, farmaco impiegato per il trattamento della psoriasi, provoca invece una diminuzione della sua durata d’azione.
Uno degli effetti collaterali dei β-bloccanti, farmaci impiegati per l’ipertensione arteriosa e per alcune patologie cardiache, è l’insonnia. Ciò è dovuto ad una inibizione della secrezione notturna della melatonina. La sua assunzione può quindi migliorare la qualità del sonno nei pazienti in terapia con questi medicinali.

Possibili effetti collaterali

La melatonina è un attivo con un profilo estremamente tollerabile. Inoltre, non presenta reazioni avverse gravi anche se assunta per lunghi periodi. Gli effetti collaterali più frequentemente segnalati sono mal di testa lieve o moderato e sonnolenza diurna. In altri studi sono stati riportati casi di ipotermia e vertigini. Sono comunque sintomi che tendono a risolversi immediatamente dopo la sospensione del trattamento o spontaneamente in pochi giorni. In particolar modo, la sonnolenza diurna è stata riportata soprattutto quando la melatonina viene assunta subito prima di coricarsi. L’ideale sarebbe invece assumerla circa mezz’ora prima di andare a dormire (e non prima a causa della sua breve durata d’azione).

Considerazioni finali

La melatonina è quindi un efficace rimedio per i disturbi del sonno. Anche se gli effetti collaterali sono lievi o moderati, occorre tuttavia ricordare che non esistono molti studi sulle possibili reazioni avverse a lungo termine. In merito a questo la Francia ha recentemente richiesto di adottare un quadro normativo armonizzato per valutare l’impiego della melatonina negli integratori alimentari[efn_note]Integratori alimentari – Melatonina richiesta della Francia per procedura Art. 8 Reg. 1925/06[/efn_note].
Inoltre, essendo spesso utilizzata come automedicazione, occorre prestare attenzione alla sua assunzione soprattutto in determinate fasi della vita. Durante la gravidanza, l’allattamento o in età pediatrica (in particolar modo prima della pubertà) sarebbe sempre meglio utilizzare la melatonina sotto controllo medico. Pur essendo un attivo con effetti collaterali blandi rispetto ad altri farmaci, bisogna infatti ricordare che ciò non è necessariamente sinonimo di innocuo. Per questo motivo è sempre preferibile chiedere il parere di uno specialista.

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pubblicità medicinali
La pubblicità dei farmaci (presso il pubblico)

4 min – Ti è capitato di guardare in tv una pubblicità di un farmaco? Se la risposta è affermativa, avrai sicuramente ascoltato una voce che recita “è un medicinale a base di xxx che può avere effetti indesiderati anche gravi. Leggere attentamente il foglio illustrativo…”. Questo è solo un esempio dei diversi obblighi previsti per le comunicazioni dei medicinali presso il pubblico. In Italia, infatti, la pubblicità dei medicinali può essere diffusa tenendo conto delle disposizioni del Decreto legislativo 219 del 2006 e delle diverse linee guida emanate ed aggiornate costantemente dalle autorità competenti. Queste righe ti aiuteranno a comprendere la pubblicità dei farmaci diretta ai cittadini.