Introduzione
Durante la recente pandemia sono stati pubblicati numerosi studi scientifici volti ad indagare le proprietà immunostimolanti di sostanze naturali nel prevenire il contagio da SARS-Cov-2. Alcuni risultati promettenti hanno fatto il giro del Web e hanno spinto ad acquistare integratori alimentari di ogni genere.
Infatti, le stime delle vendite integratori alimentari per le difese immunitarie in Italia nel 2020 si classificavano come di seguito:
- Immun’age, bustine – Named S.p.A.
Ingredienti: Papaya fermentata
- Immunomix Plus, sciroppo – Aboca
Ingredienti: Zucchero di Canna, Miele di Acacia, Acqua, Sambuco (Sambucus nigra) frutti succo concentrato, Limone aroma naturale, Malva (Malva silvestris) foglie mucillagini liofilizzate, aroma naturale, Echinacea pallida (Echinacea pallida) radice estratto liofilizzato multifrazione (Echina2-LMF)
- Immunilflor, capsule – Esi Srl
Ingredienti: echinacea purpurea e.s., uncaria e.s., echinacea purpurea e.s, echinacea angustifolia e.s., vitamina C, zinco, fermenti tindalizzati (l. Casei, l. Acidophilus, l. Plantarum, streptococcus thermophilus)
- Be Total Immuno-protection, bustine – GSK
Ingredienti: Vitamina C, Vitamina B1, B2, B6, B12, acido folico, acido pantotenico, niacina, zinco, echinacea, acerola
- Immudek, bustine – Shedir Pharma
Ingredienti: Vitamina C, Beta-glucano, Echinacea e.s, Resveratrolo, Lattoferrina, Zinco
- GSE Immunobiotic – Prodeco Pharma
Ingredienti: Calcio fosfato bibasico, cellulosa microcristallina, boswellia serrata (boswellia serrata, maltodestrina) resina estratto secco, pompelmo (citrus paradisi, maltodestrina) semi estratto secco, Biosterine®: basilico (ocimum sanctum) e salvia (salvia officinalis) foglie estratti secchi, uncaria tomentosa (uncaria tomentosa, maltodestrina) corteccia estratto secco, magnesio stearato.
- Immunocomplex Forte – Prodotti Unifarco, Farmacisti Preparatori.
Ingredienti: Quercetina, Lattoferrina, Niacina, Vitamina C, Zinco
- Resvis forte XR – Alfasigma
Ingredienti: Vitamina C, Vitamina A, Vitamina E, Zinco, Lattoferrina, Resveratrolo
- Polase Difesa Inverno – Pfizer
Ingredienti: Potassio, Magnesio, Vitamina C, Vitamina D, Zinco, Manganese, Calcio, Cromo, Acido folico, Acido pantotenico, Niacina, Vitamina b1 (tiamina), Vitamina b2 (riboflavina), Vitamina B6, Vitamina B12
- Supradyn Difese – Bayer
Ingredienti: Vitamina C, sodio idrogeno carbonato, acido citrico anidro, isomalto, acido malico, zinco citrato, colecalciferolo, sodio carbonato anidro, aroma, betacarotene, acesulfame K, sodio cloruro, sucralosio, maltodestrine, olio di palma, gomma arabica.
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Vitamine del gruppo B
Per vitamine del gruppo B si intende l’insieme di micronutrienti composto da:
- vitamina B1 (tiamina)
- vitamina B2 (riboflavina)
- vitamina B3 (niacina)
- vitamina B5 (acido pantenoico)
- vitamina B6 (pirodossale, piridossamina, piridossina)
- vitamina B9 (acido folico)
- vitamina B12 (cianocobalammina)
Sono tutte vitamine idrosolubili, ossia escrete attraverso le urine, e sono essenziali per il nostro organismo in quanto coinvolte in moltissime reazioni metaboliche. Dal momento che l’essere umano non è in grado di biosintetizzarle autonomamente, devono essere assunte quotidianamente attraverso l’alimentazione.
Importanza nel sistema immunitario
Presenti in molti integratori con proprietà immunostimolanti, occorre sottolineare che non tutte le vitamine del gruppo B aiutano a potenziare le nostre difese immunitarie. Infatti, solo la vitamina B6, la vitamina B9 e la vitamina B12 sono propriamente coinvolte nella risposta immune.
Questi tre composti sono elementi essenziali nelle reazioni di biosintesi di amminoacidi ed acidi nucleici, molecole di cui sono composti gli anticorpi e le citochine. Inoltre, mantengono integre le barriere fisiche del nostro organismo (come la pelle, il tratto gastrointestinale e l’apparato respiratorio) e promuovono la proliferazione, differenziazione ed attività dei linfociti.
Vitamina B6
A livello del sistema immunitario media la migrazione dei linfociti nell’intestino potenzia l’attività citotossica delle cellule Natural Killer (NK) ed è coinvolta nella regolazione della risposta infiammatoria.
Può essere assunta con l’alimentazione attraverso il consumo di alcuni tipi di carne, legumi, pesce, banane, patate e noci.
Una sua forte carenza può causare anemia, i cui sintomi possono essere depressione, irritabilità, demenza e declino cognitivo. I fattori di rischio per una possibile carenza sono l’uso di contraccettivi orali, l’eccessivo consumo di alcol e la ridotta capacità di assorbimento della vitamina B6 da parte del nostro organismo, che aumenta con l’avanzare dell’età.
Vitamina B9 e vitamina B12
La vitamina B9 a livello specifico agisce assicurando un’adeguata risposta anticorpale agli antigeni. È presente nelle verdure a foglia verde, negli agrumi e nei legumi. La vitamina B12 ha invece proprietà immunomodulatorie e può essere assunta attraverso il consumo di carne e di pesce. Proprio per questo motivo, le persone che decidono di seguire un’alimentazione vegetariana o vegana devono monitorare costantemente i livelli di vitamina B12 attraverso le analisi del sangue. Anche nella popolazione anziana è importante tenere sotto controllo la concentrazione plasmatica di questa vitamina a causa del suo ridotto assorbimento.
Una carenza di vitamina B9 e di vitamina B12 può causare, in stadi avanzati, neuropatia periferica, lesioni delle corde spinali e anemia megaloblastica. I sintomi più comuni di queste condizioni patologiche sono demenza, declino cognitivo, psicosi e disturbo del comportamento.
È realmente necessario assumere queste vitamine?
Come tutte le vitamine idrosolubili, le vitamine del gruppo B sono escrete attraverso le urine. D’altra parte, rispetto alle liposolubili (ossia accumulate nel tessuto adiposo, come la vitamina A e la vitamina D), queste vitamine devono essere assunte costantemente in quanto è più facile andare incontro ad un’eventuale carenza.
Alcuni studi mostrano che bassi livelli di vitamine del gruppo B sono riscontrati non solo nelle popolazioni di paesi sottosviluppati, ma anche in grosse fette di individui di paesi industrializzati. Condizioni di vita stressanti, un’inadeguata attività fisica, la mancanza di sonno o un’inadeguata alimentazione possono infatti causare un abbassamento dei livelli plasmatici delle vitamine del gruppo B.
ADI/Livelli ematici
Vitamina B6
- 0,6-1,2 mg/die nei bambini;
- 1,3 mg/die per gli adulti;
- 1,5-1,7 mg/die per gli anziani
Vitamina B12
- 1,2-2,4 μg/die per i bambini;
- 2,4 μg/die per gli adulti;
- 2,4 μg/die per gli anziani.
Acido Folico
- 200-400 μg/die per i bambini;
- 300-400 μg/die per gli adulti;
- 400 μg/die per gli anziani.
Vitamina C
La vitamina C, o acido ascorbico, è una vitamina idrosolubile. È essenziale nel nostro organismo, in quanto coinvolta nella biosintesi del collagene, della carnitina e come cofattore in moltissime reazioni metaboliche. In virtù delle sue proprietà riducenti permette di contrastare lo stress ossidativo.
Fonti alimentari e carenza

A differenza di altre specie animali, l’uomo non è in grado di produrre autonomamente la vitamina C e per questo motivo deve essere integrata costantemente attraverso l’alimentazione. Una forte carenza di vitamina C può causare lo scorbuto, una patologia caratterizzata da danno al tessuto connettivo, fragilità capillare ed affaticamento che può comportare, nei casi più gravi, morte. Soprannominata la malattia dei marinai, era comune soprattutto in passato negli individui che non avevano modo di consumare quotidianamente frutta e verdura (principali fonti di vitamina C), come appunto chi doveva trascorrere lunghi periodi a bordo di una nave.
Nella popolazione adulta si raccomanda un’assunzione giornaliera di vitamina C pari circa a 100 mg.
Gli alimenti con un maggiore contenuto sono le arance, i kiwi, i pomodori, i peperoni, i broccoli, le fragole ed il succo d’uva. Attraverso un’alimentazione equilibrata, che preveda il consumo di 5 porzioni di frutta e verdura al giorno, si assicura un apporto giornaliero di vitamina C di almeno 200 mg.
Ruolo nel sistema immunitario
La vitamina C gioca un ruolo importantissimo per le nostre difese immunitarie attraverso molteplici meccanismi di azione:
- promuove e rafforza l’attività delle cellule NK attraverso la sintesi del collagene protegge le membrane cellulari e le barriere epiteliali dai danni causati dai radicali liberi;
- è coinvolta nella proliferazione e nell’attività dei monociti, dei neutrofili e dei fagociti;
- grazie alle sue proprietà antiossidanti protegge le cellule dalle specie ROS e RNS generate dallo stress ossidativo; al tempo stesso, permette la rigenerazione di importanti molecole ad azione antiossidante presenti nel nostro organismo, come la vitamina E ed il glutatione
- esercita, ad alte dosi, un’attività antimicrobica
- durante i processi di infiammazione modula la produzione di citochine e contribuisce ad abbassare i livelli di istamina
Rafforzare le difese immunitarie con la vitamina C: mito o realtà?
Gli integratori a base di vitamina C sono spesso utilizzati per rafforzare le difese immunitarie, soprattutto durante la stagione invernale per prevenire e curare l’influenza ed il raffreddore. Nonostante gli effetti collaterali siano esigui, bisogna comunque considerare che dagli studi condotti non sono emersi dei marcati benefici negli individui che assumono integratori a base di vitamina C per prevenire o curare i sintomi del raffreddore. Degli effetti molto modesti sono stati osservati solo quando assunta in quantità pari ad 8 g, per almeno 5 giorni consecutivi e a partire da almeno 24 ore prima dell’insorgenza dei sintomi influenzali.
L’assunzione di integratori alimentari a base di vitamina C non comporta quindi grossi benefici nella prevenzione degli stati influenzali o del comune raffreddore. Attraverso un’alimentazione sana e bilanciata, infatti, è possibile assicurarsi il fabbisogno giornaliero necessario a mantenere il corretto funzionamento delle nostre difese immunitarie. Solo in caso di intensa attività fisica o negli individui che hanno gravi carenze nutrizionali è consigliata l’assunzione di integratori per ripristinare i corretti livelli di vitamina C nel nostro organismo.
Vitamina D
Si dice anche la “vitamina del sole” perché la biodisponibilità di questa sostanza è direttamente correlata all’esposizione solare.

Infatti, la produzione della vitamina D avviene in piccola parte dall’assorbimento e dal metabolismo dei nutrienti presenti nella dieta. La maggior parte, invece, viene sintetizzata a livello della cute, la quale assorbendo le radiazioni UVB fornisce il substrato energetico per la sua produzione.
Inoltre, la produzione è strettamente dipendente dalla concentrazione plasmatica di calcio: la condizione di ipocalcemia stimola la sintesi di vitamina D.
La “vitamina del sole” è l’ormone dello scheletro
Coadiuvata da altri due ormoni (calcitonina e paratormone) regola, infatti, l’equilibrio del Fosforo e del Calcio mediante la sua influenza nei processi di assorbimento e deposito di questi minerali, i più abbondanti nel nostro organismo.
Il Calcio è presente maggiormente nelle ossa e nei denti e solo una piccola percentuale svolge un ruolo biologico essenziale nelle nostre cellule. Infatti, il Ca++ funge da “segnale d’azione” per la contrazione muscolare (sia liscia che scheletrica) e per la trasmissione dell’impulso nervoso.
Il Fosforo non è meno importante. Anche questo minerale (P) è localizzato maggiormente nelle ossa ma, rispetto al Ca++, in misura maggiore nel resto del corpo (fosfolipidi, DNA, ATP).
Svolge la sua importante funzione intermediaria nei distretti cellulari per la produzione di energia e con il Calcio regola la trasmissione nervosa e la contrazione muscolare.
La “vitamina del sole” non è essenziale solo al nostro scheletro e alle nostre cellule
A partire dagli anni 2000, la ricerca tenta di dimostrare il coinvolgimento di questa vitamina nell’immunità umana. Numerosi studi affermano che la vitamina D stimoli la produzione di enzimi e proteine con azione antimicrobica. Recentemente, durante la pandemia, è riaffiorato l’interesse verso questa molecola: è stato ampiamente dimostrato che la carenza di questa sostanza aumenta il rischio di gravi infezioni respiratorie.
Tuttavia, dal punto di vista clinico, in letteratura sono presenti diversi lavori che descrivono gli effetti dell’implementazione con la vitamina D in rapporto a patologie dell’apparato respiratorio con risultati contrastanti.
In generale, considerando il suo ruolo delicato nell’omeostasi del Fosforo e del Calcio, un deficit vitaminico D può indurre, in base alle attuali conoscenze, la genesi di diverse patologie, quali:
- osteomalacia;
- rachitismo;
- cancro;
- depressione;
- sclerosi multipla.
Conviene assumerla a scopo profilattico?
Dipende! Se hai intenzione di assumere questa sostanza per prevenire le malattie di cui sopra è necessario sapere che lo stato vitaminico D è influenzato da diversi fattori e in primis dalla latitudine alla quale viviamo. Ciononostante, diversi studi dichiarano che in Italia, Spagna e Grecia la concertazione media di questa sostanza è inferiore di altre nazioni esposte in maniera minore alle radiazioni UVB.
Inoltre, la carenza di vitamina D non è esclusiva degli anziani: è stata descritta anche in circa 1/3 delle donne italiane in età pre-menopausale.
La latitudine o l’età non sono gli unici fattori che influenzano l’omeostasi
Il deficit di vitamina D può essere dovuto a diverse cause:
- insufficiente apporto alimentare o aumento del fabbisogno;
- alterato assorbimento intestinale;
- neoplasie.
Inoltre, la carenza di vitamina D può dipendere da fattori che impediscono la sua conversione nella forma attiva nell’organismo, come nel caso di malattie renali ed epatiche o assunzione di farmaci quali:
- ipo-colesterolemizzanti;
- antiepilettici;
- glucocorticoidi (ormoni steroidei);
- antimicotici;
- farmaci per l’HIV.
La somministrazione a tappeto, avente scopo di rinforzare le difese immunitarie, non è corretta poiché vi è un’oggettiva impossibilità nel consigliare una “dose” di esposizione solare sicura e al tempo stesso sufficiente a coprire il fabbisogno annuale, dato l’enorme numero di variabili in gioco (orario di esposizione, colore della pelle, superficie esposta, creme solari, stagione, ecc.).
Nella vita reale, la maggior parte della popolazione si espone al sole per periodi adeguati a garantire livelli sierici sufficienti.
Brevi sessioni estive di esposizione (~15 minuti 3 volte a settimana), anche delle sole aree del corpo solitamente scoperte (braccia, testa, collo), sarebbero sufficienti ad assicurare livelli sierici ≥20ng/mL in Paesi alle latitudini del Regno Unito.
L’innalzamento dei valori sierici ottimali di vitamina D appare ingiustificato e potrebbe esporre senza beneficio una parte rilevante della popolazione alla supplementazione di vitamina D, con potenziali rischi individuali e aumento della spesa associati.
Invece, si raccomanda di conoscere il proprio stato fisiologico prima di assumere questa sostanza.
Infatti, una ipervitaminosi D può indurre ad affrontare spiacevoli effetti collaterali, principalmente nausea, diarrea e poliurea. A tal proposito, la garanzia di un corretto stato vitaminico D è rilevabile attraverso le analisi del sangue.
Concentrazione plasmatica:
- ideale: 30 – 60 ng/ml
- insufficiente: 10 – 30 ng/ml
- carente: <10 ng/ml
I minerali più utilizzati: Zinco, Selenio, Ferro, Rame, Magnesio
In relazione alle evidenze circa il loro ruolo cruciale nei meccanismi immunitari e alle potenziali proprietà antivirali (più spesso evidenziate in modelli sperimentali in vitro e non saldamente stabilite da studi clinici controllati), al momento, non sono ancora disponibili evidenze specifiche, attraverso studi di efficacia o sperimentazioni cliniche che possano giustificare l’impiego di questi micronutrienti nella prevenzione e cura delle malattie. ISS 31 mag 2020
Zinco
Tra i minerali, il più studiato in campo immunologico (e non solo) è lo Zinco. Se date un occhio su PubMed ci sono decine di articoli che affermano che, a seguito di studi clinici, un’integrazione nella dieta di questa specifica sostanza permette di:
- migliorare l’acne vulgaris;
- ridurre la risposta immunitaria nei neonati in sepsi;
- trattare la diarrea infantile;
- ridurre i sintomi di raffreddore e influenza;
- ridurre la frequenza di attacchi di emicranie;
- migliorare la vita dei pazienti affetti diabete mellito…
Sembra che questo minerale sia miracoloso! In realtà, l’interesse terapeutico è indotto dal fatto che questo minerale è essenziale per il corretto funzionamento di enzimi chiave nel nostro organismo, infatti è presente in tutte le classi enzimatiche. Principalmente, è presente negli enzimi catabolici, ovvero quelli che sono deputati alla generazione di strutture molecolari. Non è un caso che i livelli di Zinco influenzino la massa corporea di un organismo. Infatti, lo Zinco aiuta la lettura delle basi azotate del DNA nei processi di replicazione e trascrizione dello stesso.
Inoltre, è essenziale per i processi di regolazione dell’anidride carbonica (CO2) e nel metabolismo delle proteine.
Infatti, è protagonista sia nell’anidrosi carbonica che converte la CO2 in bicarbonato e viceversa che nella carbossi-peptidasi coordina la scissione dei legami delle proteine permettendone l’assorbimento.
In larga parte, questo minerale viene assorbito mediante delle proteine (metallo-tionine) presenti nel lume intestinale. Queste regolano l’assorbimento non solo dello Zinco (15-45%) ma anche del Rame.
Gli integratori contengono diverse forme di zinco (es. gluconato di zinco, solfato di zinco acetato di zinco) ma non è ancora ben definito come queste possano differenziarsi in termini di assorbimento, biodisponibilità e sicurezza.
Tuttavia, la carenza di Zinco comporta:
- ritardo della crescita;
- perdita di appetito;
- compromissione della funzione immunitaria.
Nei casi più gravi, la carenza di Zinco causa:
- perdita di capelli;
- diarrea;
- maturazione sessuale ritardata;
- impotenza;
- ipogonadismo nei maschi;
- lesioni agli occhi e alla pelle.
Possono verificarsi anche anomalie del gusto e cognizione alterata.
Rame
Il rame è coinvolto nella pelle, nei vasi sanguigni, nel tessuto epiteliale e connettivo. Infatti, svolge un ruolo nella produzione di:
- emoglobina, che trasporta ossigeno nel sangue;
- mielina, che riveste le cellule nervose;
- melanina che regola il ciclo sonno-veglia.
Inoltre, svolge un ruolo fondamentale per il corretto svolgimento delle funzioni tiroidee.
L’assorbimento del Rame avviene sia mediante il legame alle metallo-tionine (che assorbono anche lo Zinco) sia mediante uno specifico trasportatore di membrana.
Magnesio
Il magnesio è il più abbondante ione intracellulare: formando un complesso con ATP, rappresenta un cofattore fondamentale in numerosi processi enzimatici necessari per i processi:
- funzionali al metabolismo energetico della cellula
- nella contrattilità muscolare e nella trasmissione neuronale.
La concentrazione plasmatica di magnesio viene considerata normale per valori compresi tra 1,5 mg/dl e 2,4 mg/ dl.
Propoli

Di cosa si tratta
La propoli è una sostanza naturale, frutto del lavoro delle api bottinatrici, un gruppo di api che si occupa della raccolta di tutte quelle sostanze indispensabili per la sopravvivenza dell’alveare. Il termine ‘propoli’ (letteralmente ‘davanti alla città’) indica, infatti, la funzione per cui viene utilizzata, cioè difendere gli alveari da potenziali patogeni come muffe, batteri e funghi e dall’attacco esterno di animali predatori. La propoli deriva da una resina che si trova soprattutto nelle gemme e nella corteccia di pioppi, betulle e conifere, che viene raccolta e trasformata dalle api stesse, grazie agli enzimi presenti nella loro saliva. La composizione chimica varia in funzione della provenienza; in generale, il lavoro delle api produce una miscela di sostanze resinose, cere, oli essenziali, polline, minerali e composti organici (ferro, magnesio, calcio, potassio, iodio, flavonoidi, terpeni, amminoacidi, vitamine, enzimi), l’insieme delle quali conferisce alla propoli molteplici proprietà. Questo prodotto è noto, infatti, per le sue proprietà antibiotiche e antivirali, da ascrivere principalmente ai flavonoidi e alla vitamina C, che lo rendono un valido alleato per combattere, tra gli altri, l’influenza stagionale, il raffreddore e l’herpes. La sua azione immunostimolante si esplica stimolando l’attività dei globuli bianchi, provocando un aumento del loro numero, così come dei macrofagi circolanti, favorendo la sintesi di anticorpi e linfociti: tutte azioni che ottimizzano la loro capacità di attaccare batteri, virus e funghi. Gli studi clinici finora condotti sembrerebbero confermare l’azione immunostimolante, antisettica e antivirale della propoli, ma, a causa dell’eterogeneità e delle limitazioni degli studi disponibili, saranno necessari ulteriori approfondimenti per rendere robuste le attuali indicazioni circa le condizioni d’uso.
Come assumerla
Esistono diverse modalità con cui si può assumere la propoli per beneficiare delle sue proprietà. La forma più diffusa è l’estratto idroalcolico, o tintura, di propoli: la classica propoli in gocce. Si prepara sciogliendo una quantità ben definita di propoli in un solvente, in questo caso una miscela di acqua e alcool, e lasciando in macerazione per un certo periodo di tempo. Questo tipo di formulazione è utile per contrastare o prevenire i malanni stagionali nonché velocizzare la guarigione dell’herpes labiale, micosi della pelle e scottature. Si può anche impiegare la propoli pura, sotto forma di granuli di varie dimensioni; questa formulazione è indicata soprattutto per combattere le affezioni del cavo orale. La propoli viene anche utilizzata per la preparazione di pastiglie, impiegate per il trattamento delle affezioni delle prime vie respiratorie, sotto forma di unguenti protettivi, contro i rossori causati dal freddo oppure come pomate lenitive per pelli sensibili. Altre formulazioni disponibili includono: sciroppi contro la tosse e il mal di gola, spray per la gola, collutori, dentifrici e saponi. Nonostante sia una sostanza generalmente sicura, la sua assunzione è stata associata a possibili effetti collaterali, in particolare alla comparsa di sintomi gastrointestinali. Nei soggetti allergici può provocare reazioni cutanee e dermatiti che regrediscono con la sospensione del trattamento.
Echinacea

In ambito naturale, sono molte le piante ad attività immunostimolante che ci vengono in aiuto quando le nostre difese immunitarie non riescono a far fronte alle aumentate esigenze dell’organismo. Tra queste, una delle principali esponenti è sicuramente l’Echinacea (E.pallida, E.angustifolia, E.purpurea sono le specie di interesse). Si tratta di una pianta appartenente alla famiglia delle Asteraceae, originaria del Nord America, già nota alle tribù indiane dei Sioux come rimedio per curare le cicatrici e i morsi di serpenti. Nel corso del XIX secolo, è stata poi introdotta in Europa e riscoperta per le sue funzioni sul sistema immunitario. Si tratta di una pianta erbacea contenente polisaccaridi, presenti in elevate quantità nelle radici di E.angustifolia e nelle parti aeree di E.purpurea, flavonoidi, derivati dell’acido caffeico, alcaloidi, glicoproteine, minerali e oli essenziali.
Come agisce
Grazie alla presenza di tutte queste sostanze, l’Echinacea possiede numerose proprietà farmacologiche: svolge un’attività antiflogistica e riparatrice dei tessuti, antivirale, antibatterica, probabilmente connesse alla sua spiccata azione immunostimolante. Tale azione viene svolta attivando il sistema immunitario: migliorando la migrazione dei globuli bianchi nell’area infetta e/o infiammata e distruggendo batteri, virus e altri microrganismi presenti. Inoltre, l’Echinacea agisce incrementando l’attività dei linfociti T, che liberano sostanze chimiche note come linfochine, le quali stimolano e facilitano la fagocitosi. I polisaccaridi presenti nell’Echinacea agiscono legandosi alla superficie delle cellule T ed incrementando la produzione di interferone e altre sostanze che attivano il sistema immunitario, come le interleuchine e il fattore di necrosi tumorale (TNF). Il risultato di questa attivazione si traduce nella replicazione delle cellule T, nell’attivazione dei macrofagi e nell’incremento del numero dei neutrofili circolanti. I neutrofili, infine, agiscono fagocitando i batteri e prevenendo l’infezione batterica. E’ difficile attribuire ai singoli componenti uno specifico meccanismo d’azione e, di conseguenza, una specifica azione: l’attività immunostimolante dell’Echinacea deriva soprattutto dall’azione sinergica che i singoli composti svolgono.
È davvero efficace?
Risulta altrettanto difficile poter dimostrare in modo univoco l’efficacia dell’Echinacea; gli studi clinici effettuati presentano spesso risultati contraddittori, a causa di numerose variabili che in fitoterapia non è semplice standardizzare. Si pensi, ad esempio, alle variazioni naturali cui le piante sono soggette: gli esemplari raccolti in una determinata località possono essere chimicamente diversi da quelli raccolti in un’altra zona (variabilità del fitocomplesso). Inoltre, la raccolta, l’essiccazione e le condizioni di immagazzinamento possono influenzare la qualità e la composizione chimica del materiale raccolto. Come specificato dall’HMPC (Committee on Herbal Medicinal Products), la commissione dell’EMA responsabile di fornire le proprie valutazioni e qualsiasi informazione inerente all’uso dei prodotti di origine naturale, l’utilizzo di Echinacea per prevenire e trattare il raffreddore e l’influenza si basa ‘su un uso ben consolidato’ per queste indicazioni. Questa valutazione considera una serie di studi clinici che hanno paragonato l’Echinacea al placebo per il trattamento a breve termine delle affezioni delle alte vie respiratorie. Gli studi clinici più rilevanti hanno indicato che i prodotti a base di Echinacea possono prevenire e migliorare i sintomi del raffreddore più rapidamente rispetto al placebo, se assunti in stadi di patologia non avanzati.
Quali sono i rischi associati al suo utilizzo?
Per quanto riguarda i rischi associati all’uso di questi prodotti, sono stati segnalati casi di reazioni allergiche, come rash cutaneo, durante il trattamento con Echinacea. Inoltre, sono stati riportati casi di serie reazioni allergiche, come la sindrome di Stevens-Johnson, asma e shock anafilattico, in particolare nei soggetti atopici (predisposti alle reazioni allergiche), anche se la loro frequenza non è nota. Tali effetti potrebbero essere correlati ad una eccessiva stimolazione e quindi una iper-reattività del sistema immunitario stesso, essendo la stimolazione da parte del fitocomplesso dell’E. aspecifica.
Papaya fermentata

La papaya è il frutto dell’omonima pianta Carica papaya, originaria del Centro America, appartenente alla famiglia delle Caricaceae. E’ proprio da questo frutto non ancora maturo che si ottiene la droga (termine che in fitoterapia indica la porzione della pianta contenente sostanze farmacologicamente attive): il lattice. Questo viene estratto mediante incisioni sul frutto acerbo e successivamente viene fatto essiccare e purificare. La polvere così ottenuta viene sottoposta ad una lunga fermentazione; sarebbe proprio quest’ultimo processo ad ottimizzarne il contenuto in antiossidanti.
Come agisce?
La papaya fermentata contiene potenti antiossidanti, come carotenoidi e flavonoidi che proteggono le nostre cellule dall’invecchiamento cellulare provocato dai radicali liberi. La droga contiene, inoltre, l’enzima proteolitico papaina: questo tipo di enzimi partecipa al processo di digestione delle proteine alimentari, riducendole in frammenti talmente piccoli da permetterne l’assorbimento. Grazie a questa proprietà digestiva, la papaina viene utilizzata nelle insufficienze gastriche e duodenali, nonché nelle diete dimagranti. La papaina agisce, inoltre, come immunostimolante, aiutando l’organismo a difendersi dagli insulti esterni. Quest’azione è dovuta alla sua capacità di ristabilire l’equilibrio acido-base, spesso compromesso e squilibrato verso l’iperacidità da fattori diversi, come un’alimentazione povera di verdura e frutta fresca, lo stress, un consumo eccessivo di farmaci e un’insufficiente attività fisica. Alcune conseguenze dell’iperacidità sono l’aumentata produzione di radicali liberi, che danneggiano le strutture cellulari accelerando il processo di invecchiamento e la proliferazione di batteri patogeni, che si moltiplicano in ambiente acido. L’effetto alcalinizzante della papaina contribuisce quindi ad inibire questi processi, sostenendo il sistema immunitario.
È davvero efficace?
Si tratta, dunque, di una pianta che vanta innumerevoli proprietà; la sua efficacia, tuttavia, ad oggi, non ci risulta sia stata dimostrata nei trial clinici. Gli studi clinici condotti finora sono, infatti, troppo pochi e il numero dei pazienti coinvolti troppo basso per poterne stabilire gli effetti terapeutici. Si tratta sicuramente di un prodotto ricco di sostanze antiossidanti, che fornisce, quindi, nutrienti paragonabili a quelli di altri vegetali, ma deve essere assunto con la consapevolezza che non si tratta di un prodotto miracoloso.
Come assumerla
Gli integratori a base di papaya fermentata possono essere reperiti generalmente sotto forma di estratto secco, assunto come compresse, capsule o granulato. Gli effetti collaterali sono principalmente a carico del sistema gastrointestinale. L’uso concomitante di prodotti a base di papaya è sconsigliato se si stanno assumendo farmaci o integratori a base di ferro, in quanto il suo assorbimento potrebbe essere aumentato.
Conclusioni
In questo articolo abbiamo analizzato il meccanismo di azione e la reale efficacia dei componenti presenti negli integratori alimentari maggiormente utilizzati per rafforzare le difese immunitarie.
Sia le vitamine che i sali minerali ed i rimedi fitoterapici presentano proprietà immunostimolanti. Ciò potrebbe far pensare che l’opzione migliore possa equivalere alla realizzazione un “super integratore” che li contenga tutti.
Tuttavia, sarebbe impossibile formulare un integratore ad hoc con all’interno tutte queste sostanze, in quanto dovremmo tener conto della compatibilità tra i diversi componenti. Inoltre, il fabbisogno di determinati micronutrienti come vitamine e sali minerali non è uguale per tutti, ma tiene conto di determinati variabili, come l’età, eventuali condizioni patologiche etc.
Prima di ricorrere all’acquisto di un integratore per le nostre difese immunitarie dobbiamo quindi domandarci se possa essere davvero utile. Come abbiamo visto, molti dei rimedi che a livello teorico sembrano essere più promettenti non presentano un’efficacia supportata da evidenze scientifiche. In alcuni casi è sufficiente correggere il proprio stile di vita, curando ad esempio l’alimentazione, per sopperire ad eventuali carenze nutrizionali. In altri, invece, l’uso prolungato o eccessivo può addirittura dare effetti collaterali.
Infine, occorre ricordare che gli integratori alimentari sono sempre formulazioni che hanno lo scopo di correggere carenze nutrizionali o coadiuvare il nostro organismo in determinate funzioni.