Che cos’è l’anoressia nervosa?
L’anoressia nervosa è una grave condizione psichiatrica caratterizzata da un peso corporeo notevolmente inferiore al normale.
Tale patologia è caratterizzata da una rigida restrizione dietetica associata ad un’intensa paura dell’aumento di peso a causa di percezioni alterate sia della forma che delle dimensioni del corpo.
Nell’ 80% dei pazienti con anoressia nervosa, l’eccessivo esercizio fisico si verifica anche in risposta alla necessità di controllare e mantenere un peso corporeo ridotto, contribuendo così alla progressione del disturbo.
L’esordio dell’anoressia nervosa avviene tipicamente durante l’adolescenza, colpisce più le donne rispetto agli uomini ed è spesso accompagnato da significative comorbidità psichiatriche, come depressione, ansia e disturbo ossessivo-compulsivo.

Quali sono le caratteristiche del sistema endocannabinoide nei pazienti affetti da anoressia nervosa?
Il sistema endocannabinoide è uno dei sistemi più importanti per lo sviluppo ed il mantenimento dell’omeostasi nel nostro organismo ed ha numerose funzioni fisiologiche.
I cannabinoidi sia endogeni che esogeni sono in grado di promuovere l’assunzione di cibo, modificare il rilascio di mediatori in grado di stimolare e ridurre l’appetito e possono inoltre rafforzare la ricerca di cibo come piacere, non come esigenza.
Al contrario, specifici antagonisti del recettore cannabinoide CB1 esercitano un effetto opposto: sopprimono l’assunzione di cibo e riducono il peso corporeo negli animali da laboratorio. Dato il ruolo del sistema endocannabinoide nel controllo del comportamento alimentare, non sorprende che il suo squilibrio possa essere collegato alla fisiopatologia dell’anoressia nervosa.
Per questa ragione, i sintomi e la progressione possono essere attenuati normalizzando la segnalazione endocannabinoide attraverso trattamenti farmacologici basati su cannabinoidi specifici.
Necessità e piacere: azione della Cannabis nella regolazione dell’appetito
La stimolazione dell’appetito per fini terapeutici avviene tramite l’interazione della cannabis con diverse vie fisiologiche che possono essere suddivise in due macroaree: una è la stimolazione da parte della cannabis dei centri della fame omeostatica di cui abbiamo bisogno per necessità, l’altra è la stimolazione dei centri della fame edonistica che si identifica con il piacere per il cibo.2
Il sistema endocannabinoide agisce sul sistema del controllo della fame omeostatica, il sistema grelina-leptina.
Queste due sostanze sono ormoni prodotti sia dallo stomaco che dalle cellule adipose in risposta alle esigenze metaboliche dell’organismo, le quali si muovono veicolate dal torrente circolatorio giungendo fino all’ipotalamo, deputato al mantenimento dell’equilibrio energetico.
Una volta nell’ipotalamo regolano l’appetito svolgendo azioni opposte tra di loro, infatti da una parte la grelina è in grado di stimolare l’appetito, dall’altra la leptina procura il senso di sazietà.
Nel sistema gastro-intestinale l’attivazione del recettore cannabinoide CB1 provoca attraverso il meccanismo omeostatico, un aumento del rilascio di grelina nello stomaco che aumenta il senso di fame.
Comportamento alimentare e sistema endocannabinoide: studi a confronto
Nel 2001 in uno studio pubblicato su Nature è stato dimostrato che uno dei principali meccanismi che regolano il comportamento alimentare, prevede la regolazione della quantità di endocannabinoidi presenti nel cervello da parte della leptina.
Quando la concentrazione di leptina alla fine di un pasto raggiunge i picchi massimi, si ha una diminuzione dei livelli di endocannabinoidi, riducendo il senso di fame.
Il sistema endocannabinoide è inoltre coinvolto nella percezione del gradimento o meno di un determinato cibo, significativo in questo senso è un lavoro apparso nel 2012 sulla rivista Neuropharmacology.2
In questo studio ad alcuni topi veniva somministrato come cibo dello zucchero, in presenza o meno di THC, sebbene in entrambi i gruppi il THC non influenzava la quantità di zucchero assunta, i topi che avevano ricevuto anche il THC mostravano reazioni di piacere al cibo (erano ad esempio più inclini degli altri a leccarsi le zampe o i baffi come segno di piacere).
Tali reazioni venivano espresse nel loro cervello con un aumento della concentrazione di dopamina, neurotrasmettitore coinvolto nei meccanismi di gratificazione e ricompensa.
Inoltre, gli effetti indotti dal THC venivano completamente aboliti in presenza di un farmaco antagonista del recettore CB1 responsabile, dunque, della risposta edonistica.
Un altro studio del 2014 pubblicato nella rivista Nature rivela che il THC attiva i ricettori cerebrali coinvolti nell’elaborazione degli odori migliorando il gusto e l’olfatto, sensi direttamente legati alla fame e all’esperienza del mangiare.2
Qual è la varietà di cannabis più adatta per pazienti affetti da anoressia nervosa?
Le varietà di cannabis contenenti sia THC che CBD sono particolarmente indicate per i pazienti affetti da anoressia nervosa per ridurre l’ansia associata al consumo di cibo, cercando di fondere necessità e piacere senza più timore.2
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